Come sempre non c’è un fienile che si rispetti senza una stalla. Uno non può vivere senza l’ altro e viceversa. La stalla in questione è notevole e si vede che è stata roba da ricchi. Basti pensare al lastricato che è in grandi lastroni di pietra locale, quando le umili e normali stalle di tutto il resto del paese erano in terra battuta. E che c’entrano i presepi con la stalla? Gesù non è nato proprio in una stalla? Indi per cui…
Osserva l’abilità costruttiva di questi presepi, il pannello esplicativo ti fornirà altre nozioni.
Poi una volta uscito all’aria prendi poco a dx e subito nella piccola via a sinistra e ancora a dx. Peggio che in un labirinto.
Se ne esci vivo, su un ballatoio in fondo alla via vedrai la catasta “El mantil”, riferibile al panno tessuto col telaio di casa utilizzato come tela per rovesciarci e poi servire la polenta. Simboleggia la fatica, i sogni e le rivendicazioni delle donne; il lavoro manuale che consente però anche la meditazione.
A sinistra, si apre – per modo di dire, visto che si tratta di una delle stradine più strette del paese – un vicolo a salesà. Occhio che si sbuca sulla strada maestra. A metà viuzza potresti già sentirmi per il prossimo racconto.