In salita l’occhio ti indica il lavatoio il primo dei tre che incontri nella tua visita. Vi si lavavano i panni quotidiani ed è ancora in uso per necessità particolari.
Ma è la grande catasta a farla qui da padrona . E’ “L’aluvion” a parlare. Forte dei suoi 80 metri quadri e dei 18.000 pezzi di legno di larice che creano uno sfondo a mosaico. E’ forte il ricordo dell’alluvione del 4 novembre 1966, con Mezzano stretto tra la morsa dell’ enorme frana della val de Stona e l’esondazione del torrente Cismon. E’ raffigurata la piantina del paese in quella mattina del ‘66; molte case saranno abbattute successivamente per i gravi danni subiti. A sinistra, il bene, il capitello preesistente costruito nel 1956 da Davide Orler come voto di ringraziamento alla Madonna che, si vuole, salvò il centro storico del paese, non toccato dalla furia della natura che pure lo circondò. A destra, il male: grandi onde cavalcate da demoni in tufo pugliese a rappresentare la colata di fango minacciano la comunità. Le onde sono simbolicamente imbrigliate: l’uomo può prevenire certe catastrofi. Anche qui un pannello di approfondimento.
Di fronte un gazebo, momento per sedersi, riflettere, lasciare un messaggio. Le foto che hai fatto saranno nel tuo album dei ricordi. Il pensiero che hai scritto, nascosto e che ritroverò in fondo al tavolo parlerà di te e resterà qui, piccolo tassello della memoria collettiva del paese. Leggi sul totem come fare.